RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - G8, l’ultimo salvagente ai picchiatori
Genova, 23 gennaio 2011
SULLE PROMOZIONI DEI CAPI CONDANNATI, ITALIA IN CONTRASTO CON LA CORTE DEI DIRITTI DELL’UOMO
G8, l’ultimo salvagente ai picchiatori
Nasce un fondo speciale per coprire i risarcimenti civili: pagherà il Ministero e non i poliziotti
MATTEO INDICE
Il salvagente per i picchiatori del G8, la leggina che forse consente di dribblare il salasso dei risarcimenti civili, potrebbe essere ben nascosto dentro le ultime disposizioni
sugli impianti sportivi. Ma che c’entra, per dire, il raid alla scuola Diaz che
nel luglio 2001 spedì all’ospedale una
novantina di manifestanti, con le norme su stadi e affini? Per capirlo, come
rivela FamigliaCristiana.it, occorre
tornare all’11novembre 2010. Vengono aggiunte modifiche al decreto legge 187, che sarà approvato il giorno
successivo con il titolo, appunto, “Misure urgenti in materia di sicurezza/misure per gli impianti sportivi”. All’articolo 2 bis compare l’istituzione
d’un “Fondo di solidarietà civile”. È
un tesoretto che dovrebbe rimborsare «le vittime di reati commessi inoccasione o a causa di manifestazioni
sportive, ovvero di manifestazioni di
altra natura». In pratica, se uno viene
ingiustamente ferito nel corso di quegli appuntamenti e lo riconosce un
tribunale, batte cassa al Fondo che copre una percentuale dell’indennizzo,
rapidamente e facendo tabula rasa di
altre rivendicazioni. E siccome nel
calderone delle kermesse papabili sono inclusi gli eventi «di altra natura»
oltre lo sport, ecco che i cortei e tutto
ciò che risulta collegato al G8 può essere inserito. Chi copre il fondo? Il
Ministero dell’Interno. E cosa significa? Che anche i manganellatori della
Diaz, o i torturatori della caserma di
Bolzaneto, hanno concrete possibilità di non scucire mai un euro. È vero infatti che, fino ad oggi, in prima battuta sarebbe stato comunque il Viminale a provvedere; ma aveva la possibilità di rivalersi a sua volta su quei poliziotti protagonisti di comportamenti che i processi avessero svelato come
smaccatamente illegali. Passando attraverso il fondo invece no, ci pensa il
Ministero, in fretta e per il 70%. Ma
poi giù la saracinesca. Una strada appetibile per chi altrimenti rischierebbe di andare alle calende greche, che
carica tuttavia l’esborso pubblico sulla schiena d’ogni contribuente e non
più su quella degli agenti infedeli.
Il blitz di novembre è solo l’ultimo
anello d’una catena in realtà ben più
lunga. Contrariamente a quanto prescritto dalla Corte europea dei diritti
dell’uomo, per esempio, i funzionari
alla sbarra non sono mai stati sospesi.
E in rari casi, oltre al G8, lo Stato ha
“resistito” in questo modo.